La storia del Toro
L'ASD Nardò Calcio è la maggiore società calcistica della città di Nardò, in provincia di Lecce. Fu fondata nel 1925, in cui orgogliosamente ci militarono giovani neretini, bisogna citare su tutti: Algimino e Antonio Falangone, Peppino Scalinci, Cirillo Manieri, Angiolino Briganti, Antonio Pagliara, Uccio Ammassari, Uccio Parisi, Gigi e Vittorio De Benedictis, i pionieri del calcio granata. Fino alla fine degli anni '30 la Società Sportiva Neretina non partecipa ai campionati ufficiali molto probabilmente perchè, secondo alcune ricerche, radiata a causa delle numerose invasioni di campo (ndr: non ufficiale).
Nel 1946-47 il Nardò si iscrive al campionato di Seconda Divisione, conservando la tradizionale maglia granata, maglia verde di riserva e a strisce verdi e bianche la terza. La squadra composta anche da qualche forestiero, consegue i primi risultati positivi, ma soprattutto riesce a far crescere l'entusiasmo intorno a questa maglia a tal punto da far avvicinare alla squadra una nutrita sfera dirigenziale, tra cui i fratelli Ciccio e 'Nzino Filograna che mettono a disposizione della squadra un loro camion coperto da telone per le trasferte. Si costituisce la prima sede in Piazza Salandra in un locale di proprietà di un dirigente, tale Aldo De Simone.
Nel 1948-49 arriva la prima vittoria in campionato, si conquista la Prima Divisione con Perrone, Marzo, Romeo, Romanello, Presicce, Primiceri, Sparapano, Corsano, Bartolomeo, Fedele, Ammassari, D'Antoni, e Cenerini. La partecipazione alla Prima divisione permette ai granata di avere maggiore visibilità grazie alla Gazzetta del Mezzogiorno dell'epoca, che ne commentava ogni gara. Nel 1958 avviene il cambio di denominazione in Associazione Calcio Nardò, la società si allarga da 37 a 65 soci, tutti appartenenti alla borghesia cittadina, in prevalenza professionisti e artigiani. La squadra si classifica al 6° posto.
Il 22 maggio 1965 diventa una data memorabile per la città intera: il Nardò è promosso in serie C, un avvenimento eccezionale e sbalorditivo, che proiettò la realtà calcistica agli onori del calcio nazionale, si trattò infatti della più piccola città che paretecipava ad un campionato nazionale. Quella squadra fantastica era composta da Ulivo, Remini, Povia, Masulli, Basso, Dugini, Ienco, Chiriatti, De Francesco, Treglia, Foscarini. La prima stagione della serie C si conclude con una salvezza storica, il Nardò ed il Savoia terminano la stagione regolare a pari punti, penultimo posto in classifica, una deve retrocedere, si va allo spareggio: stadio Flaminio-Roma.
Il 29 maggio il Nardò vince lo spareggio per 2 a 0 con le reti di Taiano e Nedi e si guadagna la permanenza in serie C. A Nardò è festa grande, indimenticabile lo spettacolo all'arrivo del pullman dei giocatori del Nardò da Roma, una folla immensa e trabocchevole si riversò nelle strade della città accogliendo gli "eroi del Flaminio" e l'allora presidente Mario Calabrese.
Dopo 4 stagioni il Toro retrocede in serie D, ma in questo periodo il calcio ha permesso alla città di essere conosciuta, apprezzata e letta persino nella schedina del Totocalcio, al fianco di squadre blasonate, a milioni di italiani.
Nel decennio successivo al 1969 la squadra granata vivacchia in serie D con piazzamenti medio-alti, fino alla retrocessione della stagione 1979-80 in Promozione, a cui segue una pronta risalita in serie D la stagione successiva. Il campionato 1983-84 riempie di soddisfazioni il popolo granata, vittorie su vittorie sbaragliano le concorrenti fino alla fase finale del girone, in cui avviene la beffa tremenda, il Crotone si aggiudica il campionato e la promozione in serie C alla 16a giornata di ritorno. Seguono anni di crisi societarie, personaggi vari e confusioni totali, ma il Toro non muore mai grazie all'amore dei propri tifosi. La svolta arriva durante il campionato 1989-90, in cui assume la presidenza il sig. Benito Papadia. Finalmente iniziano a schiarirsi situazioni di crisi e al primo anno si richiede il ripescaggio nell'Interregionale, il nuovo presidente non risparmia mezzi finanziari e capacità organizzative, la tifoseria riscopre l'entusiasmo e dopo uno spareggio contro il Canosa, il Nardò riconquista l'Interregionale.
Papadia è ambizioso e dopo i primi due anni di assestamento, dal 93-94 si tenta l'approdo in Serie C. Si allestiscono ottimi organici ottenendo due terzi posti, la finale di Coppa Italia nel 95-96 e la vittoria dei play-off nazionali senza ottenere il ripescaggio in C2. La meta sembra maledette quando l'anno successivo il Nardò domina il campionato in coabitazione col Tricase ma alla fine saranno gli odiati rossoblu a spuntarla nello spareggio-dramma di Taranto.
L'appuntamento con la C2 però è solo rimandato di un anno. Con l'ex tricasino Boccolini alla guida del team granata e i goal di bomber Vantaggiato il nardò vince il campionato e finalmente il rinnovato "Comunale" può traboccare di gioia.
La serie C2 è una categoria molto competitiva e il Nardò nel 98-99 incontra serie difficoltà. Sarà sotto la guida di Levanto che il nardò otterrà la salvezza diretta. Saranno quattro anni di professionismo con alti e bassi. Nel 99-2000 il nardò perde i play out ma viene ripescato, l'anno successivo con Giusto in panchina si tocca il vertice nel girone di andata per giungere poi al 7.o posto finale. Il 2001-02 è un anno triste. Il Nardò retrocede in D. papadia dopo un tentativo di risalita mal riuscito lascia il club dopo 14 anni esaltanti.
Arriva l'era Russo. Il nardò lega le sue fortune alla politica.
Enzo Russo conquista il seggio regionale e riesce a convogliare sponsor sul Nardò che, dopo uno splendido terso posto con play-off, retrocede in Eccellenza nel 2005.
Una categoria che vedrà annovetare il Tor per 5 anni. Nei primi due addirittura si rischia la retrocessione in promozione ma Pettinicchio e Ciullo conducono in salvo i Granata. Nel 2008 l'ingresso di Proto in società porta nuove ambizioni ma il nardò non va oltre il settimo posto nonostante un organico di prim'ordine. Nell'estate 2008 si sfiora il dramma. Una crisi profonda si abbatte sul Toro che si presenta ai nastri di partenza con alla guida Massimo Lepore, l'ottimo allenatore della juniores. alla settima partita con solo un punto in classifica gli subentra alessandro Longo che porterà il Toro ad una salvezza anticipata sfiornado i play off.
Nel 2009-10 arrivano i successi. Con una squadra allestita da Gianni Inguscio con 10 argentini in campo, il Nardò domina in campionato e in Coppa. Doppia vittoria storica per i Granata di Mister Longo.
Si torna in serie D ma Russo commette l'errore di non confermare Longo e di smantellare la squadra vincente. Maiuri riesce comunque a portare i Granata ai play off.
Il 2011-12 è un anno drammatico. Il Nardò è in crisi societaria ma strada facendo il redivivo Longo con al fianco Gianni Inguscio, il dg Alemanno e il team manager Obiettivo mettono in pista un Nardò operaio ancora una volta a propulsione argentina. Al termine del girone d'andata il Nardò è incredibilmente primo ma è una gioia che rimane strozzata in gola. Con la riapertura del mercato dicembrino i giocatori, privi di stipendio, lasciano il Nardò.
Sembra la fine, ma ci pensa ancora Inguscio a riallestire una squadra con giocatori disoccupati che si uniscono alle riserve rimaste per poter continuare a giocare. Il resto lo compie Alessandro Longo che riesce a coagulare una squadra tecnicamente povera ma comunque capace di racimolare i punti salvezza.
L'annata però estremamente sofferta. Non ci sono fondi in cassa, i dirigenti sono costretti ad autotassarsi mentre dal Comune tardano ad arrivare i contributi.
Si apre ancora un'estate di crisi. La tifoseria invoca il fallimento e l'iscrizione in Promozione. Il Sindaco Risi, Russo e Walter Mirarco tengono duro e riescono ad iscrivere la squadra in Serie D in extremis. I Granata vengono affidati al giovane trainer Luca Renna.
Dopo tre anni di permanenza in D, il Nardò abbandona il campionato 2013-14 per inadempienze economiche.
La società viene radiata e si riparte dall'Eccellenza grazie al trasferimento del titolo da Copertino del presidente Maurizio Fanuli.
Nel 2014-15 il Nardò vince ai play off il campionato d'Eccellenza e riapproda in serie D.
Nel 2015-16 il Nardò sotto la guida di Mister Ragno raggiunge i play off per la promozione in C ma viene sconfitto dal Francavilla in Sinni
Nel 2016-17, dopo un inizio stentato e l'esonero di Maragliulo, Antonio Foglia Manzillo conduce i Granata ancora ai play off, stavolta sconfitti a Roma dal Trastevere.
Campionato abbastanza tranquillo il 2017-18. Roberto Taurino valorizza molti giovani e porta il Nardò all'ottavo posto.
In estate Maurizio Fanuli e Patrizio Mercadante lasciano il Nardò nelle mani di Alessio Antico e del nuovo presidente Marco Carafa.
Nella figura di Presidente si alternano Salvatore Donadei (per tre anni) e Marco Cavalera tutto sotto la rassicurante sponsorizzazione dell'imprenditore Luciano Barbetta.
Dopo la rifondazione del 2014-15 culminata con la promozione in D dal 2015-16 al 2022-23 il Nardò milita ininterrottamente in Serie D.
Nel 1946-47 il Nardò si iscrive al campionato di Seconda Divisione, conservando la tradizionale maglia granata, maglia verde di riserva e a strisce verdi e bianche la terza. La squadra composta anche da qualche forestiero, consegue i primi risultati positivi, ma soprattutto riesce a far crescere l'entusiasmo intorno a questa maglia a tal punto da far avvicinare alla squadra una nutrita sfera dirigenziale, tra cui i fratelli Ciccio e 'Nzino Filograna che mettono a disposizione della squadra un loro camion coperto da telone per le trasferte. Si costituisce la prima sede in Piazza Salandra in un locale di proprietà di un dirigente, tale Aldo De Simone.
Nel 1948-49 arriva la prima vittoria in campionato, si conquista la Prima Divisione con Perrone, Marzo, Romeo, Romanello, Presicce, Primiceri, Sparapano, Corsano, Bartolomeo, Fedele, Ammassari, D'Antoni, e Cenerini. La partecipazione alla Prima divisione permette ai granata di avere maggiore visibilità grazie alla Gazzetta del Mezzogiorno dell'epoca, che ne commentava ogni gara. Nel 1958 avviene il cambio di denominazione in Associazione Calcio Nardò, la società si allarga da 37 a 65 soci, tutti appartenenti alla borghesia cittadina, in prevalenza professionisti e artigiani. La squadra si classifica al 6° posto.
Il 22 maggio 1965 diventa una data memorabile per la città intera: il Nardò è promosso in serie C, un avvenimento eccezionale e sbalorditivo, che proiettò la realtà calcistica agli onori del calcio nazionale, si trattò infatti della più piccola città che paretecipava ad un campionato nazionale. Quella squadra fantastica era composta da Ulivo, Remini, Povia, Masulli, Basso, Dugini, Ienco, Chiriatti, De Francesco, Treglia, Foscarini. La prima stagione della serie C si conclude con una salvezza storica, il Nardò ed il Savoia terminano la stagione regolare a pari punti, penultimo posto in classifica, una deve retrocedere, si va allo spareggio: stadio Flaminio-Roma.
Il 29 maggio il Nardò vince lo spareggio per 2 a 0 con le reti di Taiano e Nedi e si guadagna la permanenza in serie C. A Nardò è festa grande, indimenticabile lo spettacolo all'arrivo del pullman dei giocatori del Nardò da Roma, una folla immensa e trabocchevole si riversò nelle strade della città accogliendo gli "eroi del Flaminio" e l'allora presidente Mario Calabrese.
Dopo 4 stagioni il Toro retrocede in serie D, ma in questo periodo il calcio ha permesso alla città di essere conosciuta, apprezzata e letta persino nella schedina del Totocalcio, al fianco di squadre blasonate, a milioni di italiani.
Nel decennio successivo al 1969 la squadra granata vivacchia in serie D con piazzamenti medio-alti, fino alla retrocessione della stagione 1979-80 in Promozione, a cui segue una pronta risalita in serie D la stagione successiva. Il campionato 1983-84 riempie di soddisfazioni il popolo granata, vittorie su vittorie sbaragliano le concorrenti fino alla fase finale del girone, in cui avviene la beffa tremenda, il Crotone si aggiudica il campionato e la promozione in serie C alla 16a giornata di ritorno. Seguono anni di crisi societarie, personaggi vari e confusioni totali, ma il Toro non muore mai grazie all'amore dei propri tifosi. La svolta arriva durante il campionato 1989-90, in cui assume la presidenza il sig. Benito Papadia. Finalmente iniziano a schiarirsi situazioni di crisi e al primo anno si richiede il ripescaggio nell'Interregionale, il nuovo presidente non risparmia mezzi finanziari e capacità organizzative, la tifoseria riscopre l'entusiasmo e dopo uno spareggio contro il Canosa, il Nardò riconquista l'Interregionale.
Papadia è ambizioso e dopo i primi due anni di assestamento, dal 93-94 si tenta l'approdo in Serie C. Si allestiscono ottimi organici ottenendo due terzi posti, la finale di Coppa Italia nel 95-96 e la vittoria dei play-off nazionali senza ottenere il ripescaggio in C2. La meta sembra maledette quando l'anno successivo il Nardò domina il campionato in coabitazione col Tricase ma alla fine saranno gli odiati rossoblu a spuntarla nello spareggio-dramma di Taranto.
L'appuntamento con la C2 però è solo rimandato di un anno. Con l'ex tricasino Boccolini alla guida del team granata e i goal di bomber Vantaggiato il nardò vince il campionato e finalmente il rinnovato "Comunale" può traboccare di gioia.
La serie C2 è una categoria molto competitiva e il Nardò nel 98-99 incontra serie difficoltà. Sarà sotto la guida di Levanto che il nardò otterrà la salvezza diretta. Saranno quattro anni di professionismo con alti e bassi. Nel 99-2000 il nardò perde i play out ma viene ripescato, l'anno successivo con Giusto in panchina si tocca il vertice nel girone di andata per giungere poi al 7.o posto finale. Il 2001-02 è un anno triste. Il Nardò retrocede in D. papadia dopo un tentativo di risalita mal riuscito lascia il club dopo 14 anni esaltanti.
Arriva l'era Russo. Il nardò lega le sue fortune alla politica.
Enzo Russo conquista il seggio regionale e riesce a convogliare sponsor sul Nardò che, dopo uno splendido terso posto con play-off, retrocede in Eccellenza nel 2005.
Una categoria che vedrà annovetare il Tor per 5 anni. Nei primi due addirittura si rischia la retrocessione in promozione ma Pettinicchio e Ciullo conducono in salvo i Granata. Nel 2008 l'ingresso di Proto in società porta nuove ambizioni ma il nardò non va oltre il settimo posto nonostante un organico di prim'ordine. Nell'estate 2008 si sfiora il dramma. Una crisi profonda si abbatte sul Toro che si presenta ai nastri di partenza con alla guida Massimo Lepore, l'ottimo allenatore della juniores. alla settima partita con solo un punto in classifica gli subentra alessandro Longo che porterà il Toro ad una salvezza anticipata sfiornado i play off.
Nel 2009-10 arrivano i successi. Con una squadra allestita da Gianni Inguscio con 10 argentini in campo, il Nardò domina in campionato e in Coppa. Doppia vittoria storica per i Granata di Mister Longo.
Si torna in serie D ma Russo commette l'errore di non confermare Longo e di smantellare la squadra vincente. Maiuri riesce comunque a portare i Granata ai play off.
Il 2011-12 è un anno drammatico. Il Nardò è in crisi societaria ma strada facendo il redivivo Longo con al fianco Gianni Inguscio, il dg Alemanno e il team manager Obiettivo mettono in pista un Nardò operaio ancora una volta a propulsione argentina. Al termine del girone d'andata il Nardò è incredibilmente primo ma è una gioia che rimane strozzata in gola. Con la riapertura del mercato dicembrino i giocatori, privi di stipendio, lasciano il Nardò.
Sembra la fine, ma ci pensa ancora Inguscio a riallestire una squadra con giocatori disoccupati che si uniscono alle riserve rimaste per poter continuare a giocare. Il resto lo compie Alessandro Longo che riesce a coagulare una squadra tecnicamente povera ma comunque capace di racimolare i punti salvezza.
L'annata però estremamente sofferta. Non ci sono fondi in cassa, i dirigenti sono costretti ad autotassarsi mentre dal Comune tardano ad arrivare i contributi.
Si apre ancora un'estate di crisi. La tifoseria invoca il fallimento e l'iscrizione in Promozione. Il Sindaco Risi, Russo e Walter Mirarco tengono duro e riescono ad iscrivere la squadra in Serie D in extremis. I Granata vengono affidati al giovane trainer Luca Renna.
Dopo tre anni di permanenza in D, il Nardò abbandona il campionato 2013-14 per inadempienze economiche.
La società viene radiata e si riparte dall'Eccellenza grazie al trasferimento del titolo da Copertino del presidente Maurizio Fanuli.
Nel 2014-15 il Nardò vince ai play off il campionato d'Eccellenza e riapproda in serie D.
Nel 2015-16 il Nardò sotto la guida di Mister Ragno raggiunge i play off per la promozione in C ma viene sconfitto dal Francavilla in Sinni
Nel 2016-17, dopo un inizio stentato e l'esonero di Maragliulo, Antonio Foglia Manzillo conduce i Granata ancora ai play off, stavolta sconfitti a Roma dal Trastevere.
Campionato abbastanza tranquillo il 2017-18. Roberto Taurino valorizza molti giovani e porta il Nardò all'ottavo posto.
In estate Maurizio Fanuli e Patrizio Mercadante lasciano il Nardò nelle mani di Alessio Antico e del nuovo presidente Marco Carafa.
Nella figura di Presidente si alternano Salvatore Donadei (per tre anni) e Marco Cavalera tutto sotto la rassicurante sponsorizzazione dell'imprenditore Luciano Barbetta.
Dopo la rifondazione del 2014-15 culminata con la promozione in D dal 2015-16 al 2022-23 il Nardò milita ininterrottamente in Serie D.